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Storia del telefonino: un dispositivo sempre più irrinunciabile

Vita digitale
Storia del telefonino: un dispositivo sempre più irrinunciabile
Vita digitale

È ormai difficile immaginare un mondo senza cellulari. Per i più giovani tra noi, è persino impossibile. Eppure, questo dispositivo dalle mille possibilità, che ci accompagna in ogni giornata e ci giunge in soccorso nelle situazioni più disparate, ha una storia di appena mezzo secolo. Ripercorriamola insieme per capire come questo oggetto si è trasformato da accessorio riservato ai più ricchi a dispositivo fondamentale nella vita quotidiana di tutti gli strati della popolazione.

 

Chi ha inventato il cellulare?

Come accennato sopra, la storia del telefonino è piuttosto breve, ma fitta di eventi e progressi tecnologici. Ma di preciso, quando è stato inventato il cellulare? Il primo telefono cellulare commerciale è stato realizzato nel 1973 da Martin Cooper, l’allora direttore del reparto Ricerca e Sviluppo dell’americana Motorola. Dieci anni dopo, l’azienda immise sul mercato il DynaTAC 8000x, considerato a tutti gli effetti il primo cellulare portatile della storia. Con un peso di quasi 800 grammi, un’autonomia di 6 ore in stand-by (o 30 minuti di conversazioni) e un prezzo di 3.995 dollari – corrispondente a quasi 10.000 euro aggiustando per inflazione – non era proprio l’apice dell’accessibilità o della praticità. Ciononostante, ha saputo aprire le porte a una rivoluzione le cui conseguenze sarebbero state imprevedibili.

Dagli anni ’80 in avanti, diversi Paesi al mondo iniziarono a lanciare le proprie reti mobili di prima generazione, per prepararsi all’arrivo dei dispositivi commerciali: il primo fu il Giappone nel 1979, seguito da Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia nel 1981. Queste prime reti erano basate su tecnologie analogiche. Bisognò infatti attendere fino al 1991 per le prime reti di seconda generazione (2G), con lo standard GSM che andò a sostituire quelli usati in precedenza e diede inizio a una diffusione sempre più capillare, complice la riduzione dei prezzi dovuta alla comparsa sul mercato di nuovi produttori.

 

I primi telefoni touch: verso un futuro senza tasti

storia del telefonino

A cavallo tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, i produttori di cellulari iniziarono a lanciare dispositivi dotati di schermi tattili. I primi erano dotati di pennino e pensati come dispositivi palmari dedicati ai professionisti. Altri, come il Nokia 9210 Communicator del 2000, includevano mini tastiere QWERTY, pensate per facilitare la digitazione di e-mail.

Grazie al passaggio al nuovo standard 3G, che offrì connessioni dati più potenti, i nuovi dispositivi erano dotati di accesso a Internet che consentì la creazione di applicazioni scaricabili autonomamente dagli utenti. Questi telefonini possono essere considerati i precursori degli smartphone che conosciamo oggi. Nel 2006, LG presentò in collaborazione con la casa di moda Prada il primo telefono al mondo dotato di touchscreen capacitivo, cioè utilizzabile con le dita.

L’anno successivo, Apple presentò il primo iPhone. La commercializzazione di questo prodotto segnò l’alba di una nuova era, in cui lo smartphone non era più un dispositivo inarrivabile per la maggior parte della popolazione, ma si trasformò lentamente in un nuovo standard, in particolare quando sono usciti i primi cellulari Android. Nel 2008, infatti, HTC ha introdotto il primo smartphone con il sistema operativo open source sviluppato da Google, adottato in seguito da svariati produttori desiderosi di restare al passo con la nuova evoluzione tecnologica per ottenere una fetta di mercato.

Questo sviluppo ha reso possibile lo sviluppo di varie fasce di prodotto, dai modelli top di gamma, ricchi di funzionalità e dotati di componenti all’avanguardia, a quelli più semplici e di conseguenza più abbordabili. Al contempo, l’inclusione di caratteristiche hardware e software sempre più avanzate, come le fotocamere capaci di offrire ottimi risultati o la navigazione GPS affidabile, ha permesso allo smartphone di sostituire numerosi oggetti più o meno comuni nella vita di tutti: dalla sveglia al navigatore satellitare, dalla macchina fotografica alla telecamera.

 

Quanti smartphone ci sono nel mondo?

Una storia dello smartphone non sarebbe completa senza citare i social network: Facebook lanciò la sua prima app mobile per Android e iOS nel 2009, nel pieno della sua conquista di utenti a livello mondiale. La possibilità di restare in contatto con amici e parenti senza dover consumare il credito per le chiamate o i messaggi ha dato vita a un incremento parallelo nella diffusione delle due tecnologie, ormai legate a doppio filo. Oggi, infatti, non parliamo quasi più di quante ore stare al telefono, ma di quanti giga abbiamo a disposizione.

Secondo una ricerca di Strategy Analytics, nel 2021 sono circa 4 miliardi gli utenti di smartphone. In altre parole, una persona su due sul pianeta utilizza uno smartphone per restare in contatto con chiamate, messaggi e social network. Il leader assoluto del mercato mondiale è la coreana Samsung, seguita da Apple al secondo posto e dalla cinese Huawei al terzo. Anche sul mercato italiano Samsung è al primo posto, seguita però da un’altra azienda cinese, Xiaomi, che nel 2021 ha declassato il colosso della Mela al terzo posto nello Stivale.

 

Screen time: quanto è troppo?

Le conseguenze della società iperconnessa in cui viviamo sono più che evidenti. Siamo tutti abituati ad essere raggiungibili in ogni momento, e passiamo sempre più tempo davanti a schermi di ogni tipo, non ultimo quello dello smartphone. In un altro nostro articolo abbiamo esaminato le conseguenze di uno screen time eccessivo, soprattutto per i più piccoli. Ma come vedere quanto tempo passi sul telefono?

Negli ultimi anni i produttori hanno iniziato ad offrire funzionalità per scoprire proprio questo. Ad esempio, nelle impostazioni di iOS è presente una sezione chiamata Tempo di utilizzo, che riporta nel dettaglio lo screen time dell’utente suddiviso per app. Consultare questi dati può aiutare a renderci consapevoli della quantità di tempo che passiamo sui social network. Gli italiani passano in media oltre 4 ore al giorno su queste piattaforme. Mentre scrolliamo per distrarci non ce ne rendiamo conto, eppure non sempre il tempo passato sui social ci fa sentire meglio: al contrario, a volte sarebbe meglio dedicarsi ad attività più proficue, o magari scegliere una classica telefonata con un amico per restare in contatto.

 

Come viene usato lo smartphone nel mondo?

La diffusione dello smartphone, naturalmente, non è un fenomeno limitato alla società occidentale. Un sondaggio Pew Research del 2019 ha dimostrato che anche nei Paesi in via di sviluppo i cellulari sono diffusissimi (come ad esempio in Vietnam, dove il 97% degli intervistati riporta di possedere un telefonino personale), e che in alcuni di questi la maggior parte dei telefonini usati sono smartphone (dal 51% in Tunisia all’86% in Libano).

Esistono però anche alcune differenze. In Occidente gli abbonamenti prendono sempre più piede, grazie all’inclusione in una tariffa mensile prestabilita di ampi pacchetti dati o del comodato d’uso, che consente di accedere ai telefoni più costosi anche a chi non potrebbe permettersi di pagarli per intero. Intanto, in Brasile, Russia, India e Cina i piani ricaricabili sono ancora preferiti dalla maggioranza. Quando le disponibilità economiche sono ridotte, limitarsi a pagare i propri consumi effettivi è un modo efficiente di risparmiare.

Ovunque ti trovi nel mondo, una ricarica telefonica può fare la differenza per sentirti meno solo. Per questo Recharge.com è disponibile 24 ore su 24 per aiutare te e i tuoi cari a restare in contatto. Visita la nostra pagina dedicata per consultare l’elenco di Paesi, quindi scegli l’operatore e il taglio. Potrai acquistare in modo veloce, semplice e sicuro una ricarica per il tuo telefono o inviarne una a un amico o un parente. Bastano pochi minuti per poter sentire di nuovo una voce amica!


Scritto da

Kristina Kalpaklieva